Torniamo dalla gita a Orvieto e al lago di Bolsena con una storia da raccontarvi e molte foto da mostrarvi

da Alfredo Andreani

Come programmato si è svolta, il 20 ottobre 2013, la gita ad Orvieto e al lago di Bolsena.

beroide.it vuole essere uno spazio aperto nel quale documentare, nel tempo, la vita comunitaria del nostro piccolo paese, così – in coerenza con questo spirito – questa volta è toccato all’amico Carlo Ciucarilli immortalare, attraverso un bel servizio fotografico, i beroitani in trasferta in quel di Orvieto e Bolsena.

Carlo (come del resto ognuno dei compaesani) è un tipo socievole ed espansivo e fa presto a fare amicizia: così è stato anche al lago di Bolsena con un vecchio professore.

Tornato dalla gita, incontrando beroide.it per la consegna del materiale fotografico, egli ci ha raccontato una bella storia, che lo stesso dice di aver appreso sulle rive del Lago di Bolsena.

Noi di beroide.it, avendo ascoltato il racconto che Carlo avrebbe appreso in un momento postprandiale, ve lo proponiamo per come ci è stato riferito.

Il modo condizionale sopra usato, naturalmente, non è dovuto alla qualità della fonte, ma al fatto che gli accadimenti che vi racconteremo siano avvenuti nel tempo postprandiale.

Le rive del lago di Bolsena

Le rive del lago di Bolsena

L’antefatto: Carlo – giunto insieme alla comitiva di beroitani sulle rive del lago di Bolsena, dopo aver consumato il pranzo – ha fatto amicizia con un vecchio professore bolsanese di liceo.

Il professore avrebbe chiesto al nostro – come civilmente si usa quando ci si presenta – da dove provenisse la comitiva;

Carlo ha risposto: “… da Beroide!”, naturalmente senza citare l’appartenenza al territorio del Comune di Spoleto.

ll professore, forse incuriosito dal toponimo, ha garbatamente voluto saperne di più e Carlo ha fatto del suo meglio nell’illustrare i meriti del nostro paese, fino a quando non ha anche aggiunto, forse un  po’ enfaticamente, che Beroide è la «patria dell’anguilla», tanto è vero – ha sentenziato – che ogni anno vi si celebra il prelibato pesce con la rinomata Sagra dell’Anguilla.

Il professore udito ciò, ha esclamato: “… ma allora Bolsena e Beroide sono accomunate dall’anguilla!”

Ne è seguita una cordiale disputa per stabilire quale tra i due luoghi potesse maggiormente fregiarsi del titolo di culla dell’anguilla; naturalmente l’aggettivo cordiale è da intendersi relativamente a quanto può esserlo Carlo quando difende le sue tesi… come è noto.

Durante questo simpatico gareggiare Carlo ha dato il meglio di sé, sciorinando quanto avrete già potuto leggere nella sezione di questo sito dedicata alla storia del nostro bel paese e del suo decantato pesce; il vecchio professore, dal canto suo, per difendere il buon nome di Bolsena come insigne luogo di anguille ha narrato al suo interlocutore quanto leggerete nelle righe seguenti.

Il lago di Bolsena per causa delle anguille è finito nella Divina Commedia, dice il vecchio professore sicuro di aver portato un argomento imbattibile.

I gironi del purgatorio datensco

I gironi del Purgatorio dantesco

Infatti, Dante Alighieri, il sommo poeta, autore della Divina Commedia, nel XXIV canto del Purgatorio  girone dei golosi,  scriveva:

… e quella faccia

di là da lui più che l’altre trapunta

ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia:

dal Torso fu, e Purga per digiuno

le anguille di Bolsena e la vernaccia”;

che tradotto dal volgare fiorentino del ‘300 all’italiano moderno, vuol dire:

“.…e quello poco più lontano

che ha il viso più squamato di tutti gli altri,

ebbe tra le sue braccia la Santa Chiesa (cioè fu Papa)

fu da Tours (cioè fu tesoriere della cattedrale di Tours),

e sconta (in Purgatorio) con il digiuno l’aver mangiato

troppe anguille di Bolsena e bevuto troppa vernaccia“.

In sostanza, un Papa era finito in Purgatorio, tra i golosi, perché mangiava a crepapelle le anguille del lago di Bolsena.

Papa Martino IV, goloso di anguille

Papa Martino IV, goloso di anguille

Il canto della Divina Commedia citato, si riferisce a Papa Martino IV, al secolo Simon de Brion (Andrezel, 1210 circa – Perugia, 28 marzo 1285). Ebbene, questo Papa sarebbe passato alla storia come un gran mangiatore di anguille. Egli era talmente goloso di anguille che Dante ne fa menzione nella Divina Commedia, nel girone dei golosi e pare che proprio a causa di una crapula di anguille questo Papa lasciò il mondo terreno.

Il professore narra che Papa Martino IV quando mangiava le anguille esclamasse, con curiale ironia: “Oh Santo Dio, quanto male patiamo per la Chiesa di Dio!

 

Niccolò Tommaseo, linguista e scrittore, vissuto nel XIX secolo, commentando il citato verso del Purgatorio di Dante, riferito a Papa Martino IV, dà conto di un epitaffio che sembra fosse scolpito sulla tomba di questo Papa:

Gaudent anguillae quod mortuus hic jacet ille qui,

quasi morte reas,

excoriabat eas”

che tradotto dal latino sta a significare:

“Gioiscono le anguille

perché giace qui morto colui che,

quasi fossero colpevoli di morte,

le scorticava”.

Questo pesce così somigliante al serpente – tuttavia così eccellente e raffinato – non poteva che richiamare, nell’immaginario dantesco, il vizio capitale della gola.

A ogni buon conto è bene tranquillizzare tutti che a mangiare le anguille, senza esagerare, non si incorre in nessuno dei sette vizi capitali, se è vero che anche i papi Gregorio XI e Benedetto XII apprezzavano grandemente la pietanza.

Il vecchio professore, bontà sua, prima di accomiatarsi, ha rivelato a Carlo un segreto custodito nei più antichi tomi: la ricetta originale dell’anguilla preparata al modo di Papa Martino IV.

Carlo ha prontamente appuntato l’antica ricetta su un taccuino e noi di beroide.it venuti a conoscenza di ciò, non possiamo far altro, per dovere d’ufficio, che rivelarvela da queste colonne, essendo sicuri sia un modo sublime di gustare l’anguilla, se è vero che per sua causa Papa Martino IV fu precipitato nel girone dei golosi del Purgatorio dantesco.

Insomma, se comunemente per esprimere un apprezzamento circa un piatto si dice che è un “mangiar da preti, in questo caso possiamo ben affermare che si tratta di un “mangiar da papi.

 

*****

ANGUILLA ALLA VERNACCIA SECONDO LA RICETTA DI PAPA MARTINO IV

(DOSI PER 4 PESONE)AnguillaSfondoBianco

  • gr 600 di anguille pulite;
  • una bottiglia di vernaccia;
  • qualche foglia di alloro fresco;
  • uno spicchio di aglio;
  • cipolla;
  • brodo;
  • un po’ prezzemolo;
  • olio extra vergine di oliva, quanto basta (meglio se si usa, in luogo dell’olio, lo strutto);
  • sale, quanto basta;
  • pepe nero in grani, quanto basta.

 

Vernaccia bianca di San Gimignano. La tradizione vuole che questo sia il vino utilizzato per la ricetta in parola.

Vernaccia bianca di San Gimignano. La tradizione vuole che questo sia il vino utilizzato per la ricetta in parola.

(LA PREPARAZIONE)

Tagliate le anguille a tronchetti e ponetele in una terrina con l’aglio, 10 grani di pepe, qualche foglia di alloro, un po’ di prezzemolo, affogate con la vernaccia e fate marinare il tutto in frigo (al tempo di Papa Martino IV si usava la ghiacciaia) per una notte.

L’indomani scolate i tronchetti, asciugateli e soffriggeteli nell’olio di oliva (meglio se sostituite l’olio con lo strutto) con aglio e cipolla, aggiungete qualche cucchiaio della marinata e qualche mestolo di brodo.

A fine cottura salate e pepate.

Nel frattempo addensate un po’ della marinata con della farina, al fine di ottenere una salsa di marinata alla vernaccia.

Servite i tronchetti di anguilla su di un piatto caldo da portata  e ricopriteli leggermente con della salsa di marinata di vernaccia.

*****

 

Questa appena descritta è la preziosa ricetta; adesso non ci resta che proporvi l’annunciato reportage fotografico dei beroitani in gita ad Orvieto e al lago di Bolsena.

Noi riteniamo che quanto narrato sia un bel modo di viaggiare: ammirare bei luoghi, sviluppare l’amicizia, nutrire il corpo con un bel pranzo in piacevole compagnia e nutrire l’anima con la curiosità di apprendere la cultura dei territori visitati.

 

Vedi la photogallery della gita a Orvieto e al lago di Bolsena

 

 


 

 

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1 commento

Tommaso 27 Ottobre 2013 - 21.08

Bel sito, complimenti.

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